SANDRO PRINCIPE: ANALISI DELL’ATTENTATO

 

 

 

Una bellissima serata dedicata alla socializzazione, alla politica, alla religione che in pochi attimi si è trasformata in terrore, dolore, sofferenza, preghiera e rabbia.

Siamo a Rende in provincia di Cosenza ed il Sindaco della città, On. Sandro Principe si appresta ad inaugurare la nuova chiesa di San Carlo Borromeo. Sindaco amatissimo dai suoi cittadini tanto da essere eletto come 1° cittadino da oltre 80% dei votanti.

In linea generale classificare un evento delittuoso è tra le scienze forensi quella più complessa. Dovendo rimanere obbligatoriamente in un taglio giornalistico, sarò sintetico. Evidenzio, anche, che quanto da me riferito, come opinione, è il frutto di un’analisi che si basa su notizie verosimilmente certe.

Normalmente la scena del crimine, ovvero gli elementi della scena, le caratteristiche della vittima e l’interpretazione delle tracce servono a definire il modus operandi del criminale ed il suo profilo. Nel nostro caso tale classificazione viene omessa.
Tra le classificazioni, la tecnica di contatto esecutivo, ovvero definire se l’aggressore o eventuali complici abbiano effettuato l’approccio con inganno o con sorpresa individuando la tecnica utilizzata; individuare la tipologia dell’approccio, l’agguato o l’appostamento, per esempio attendere la vittima e colpire, oppure attendere che la vittima sia in un determinato luogo o circostanza; il significato della vittima per l’aggressore, ovvero valutare e definire le caratteristiche della vittima, come la fungibilità della vittima, ovvero se le caratteristiche personali della vittima sono irrilevanti e quindi sostituibili con qualunque altra vittima, oppure che la vittima sia non fungibile, ovvero che per le sue caratteristiche deve essere proprio quella e non altra; le caratteristiche della vittima gratificanti per l’aggressore tipo preferenziale o simbolica; l’accettazione del rischio da parte dell’aggressore del tipo consenziente, favorevole per il ruolo o vittima per l’inversione di ruolo; la reciprocità letale, ovvero l’aggressione presuppone un rapporto fra aggressore e vittima.

L’aggressore interviene sulla vittima sui luoghi del crimine e sui percorsi del crimine, prima dell’evento, durante l’evento e dopo l’evento, mettendo in essere la TRIADE ESECUTIVA, cioè, una serie di atti classificabili in tre gruppi:
¨ Gruppo 1: atti tecnici esecutivi obbligati, atti logistici obbligati;
¨ Gruppo 2: atti simbolici, atti inconsci;
¨ Gruppo 3: atti di depistaggio, di inquinamento, di contaminazione, di messinscena.
La ridotta esposizione delle classificazioni sopra esposte, sono indispensabili per una valutazione finale.
Tra le numerose classificazioni dell’evento, appare più attinente valutare:
¨ Evento senza motivo apparente, non definito del tipo misto;
¨ Evento su commissione, su comando, per contratto.

Relativamente al primo punto, è il tipo di evento che inizialmente non si riesce a comprendere e classificare, che non presenta un contesto preciso tale da imprimere una direzione alle indagini.
Si investiga partendo quasi senza direzione, da questi aspetti / aree cruciali (la scena, la vittima, il movente e le modalità) sino a che non appaia in ogni area il particolare, il dettaglio, lo spiraglio che possa indirizzare, anche se sommariamente, verso una direzione.

Per il secondo punto, l’attentato è effettuato perché organizzazione criminale o terze persone o altre organizzazioni ne ricavano un profitto economico, di potere o psicologico. Questa ipotesi, per i pochi dati certi, è verosimilmente da escludere. Comunque per la dovuta informazione, evidenzio che i citati gruppi ricorrono a specialisti solisti, personaggi che sono dei veri e propri sicari a pagamento, statisticamente provenienti da estrazioni militari o paramilitari. Se il sicario è assoldato da una persona (il “cittadino normale”), solitamente vi è un tramite. Il mandante non ha l’opportunità o la capacità di agire e di uccidere, non vuole lasciare tracce e sicuramente sarà coperto da un fortissimo alibi.

Volendo entrare, in modo specifico, nell’evento Principe, le ferite d’arma da fuoco si pongono immediatamente dei quesiti di balistica terminale e di medicina – legale che, se sciolti con esattezza, sono i presupposti che permettono di ricostruire la dinamica dell’evento. L’identificazione dell’arma usata, il numero dei colpi sparati, la distanza di sparo, direzione dei colpi, posizione reciproca dell’aggressore e della vittima sono parametri propedeutici di grande rilevanza investigativa.
La sede della zona attinta dà la valutazione se l’azione è riconducibile ad un ferimento o ad un omicidio. Non vi sono dubbi, in questo caso, che la parte attinta o meglio privilegiata è un indice per raggiungere lo scopo omicidiario, così come tale indice lo conferma il calibro dell’arma, tra i più potenti sul mercato, e la tipologia del munizionamento utilizzato.
La sede attinta, poi, è un ottimo rilevatore delle conoscenze anatomiche dello sparatore e delle sue capacità di tiro.

Da tutti i parametri esposti, tralasciando gli aspetti psichiatrici che sono lontani dalle mie competenze, è tecnicamente dimostrato che l’attentato avesse il fine di uccidere per i seguenti rilevatori tecnici:
¨ La tipologia dell’arma (revolver);
¨ Il calibro (tra i più potenti sul mercato);
¨ Il munizionamento (Jacket round nose);
¨ La distanza di sparo;
¨ La parte del corpo attinta (parte privilegiata dai Killer);
¨ La pianificazione dell’evento.

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